lunedì 25 febbraio 2013

CAPITOLO 6: PENELOPE, LA RAGAZZA DAL VOLTO RIGATO DI LACRIME



Fuori città, su una collina che distava sì o no cinque- sei chilometri dal centro, v’era collocato un monastero, costruito probabilmente qualche decennio prima che questa storia avesse inizio.
La collina, di modesta altezza, non era altro che l’anticipazione di una catena montuosa che sorgeva non molto lontano da lì.
Era difficile, per le vecchie monache che lo abitavano, raggiungere la città, così, nel week end, alcuni ragazzi volontari si offrivano ad accompagnare i più grandi dell’orfanotrofio a fare le spese. Fra di loro, c’era naturalmente Penelope.
Che ella lo facesse perché anche lei, un tempo, era una di quei ragazzini, era piuttosto chiaro. E nessuno si poteva opporre al suo desiderio di aiutare i bambini, soprattutto quelli piccoli, a passare le loro giornate e a rompere quella monotonia che erano soliti vivere all’orfanotrofio.
La domenica mattina si recava dalla suora Angelina, che le assegnava diversi compiti, a seconda del bisogno.
Non erano tanti coloro che erano disposti ad aiutare le povere monache, tantomeno a visitarlo per adottare un bambino. Il loro, per alcuna gente del popolo, era definito un lavoro illegale, ma le suore e i più fedeli al cattolicesimo interpretavano quell’istituzione come sola e unica volontà di Dio.
Quel giorno, dunque, testimone del rapido arrivo dell’autunno, Penelope s’era recata, come al solito, all’orfanotrofio la mattina presto.
Non appena fu arrivata a destinazione, notò una strana macchina, apparentemente molto costosa; non aveva mai avvistato niente del genere davanti a quell’abbazia.
Si recò dentro, intenta a raggiungere la sala dove la suor Angelina era solita risiedere, ma vide due insoliti ospiti.
-         Mi scusi…- esclamò.
-         Niente cara, prendi questo.- disse l’anziana, facendole il cenno di andarsene.
In quella stanza, seduti su due sedie di legno abbastanza antiche, v’era una coppia di coniugi, che parevano aver superato entrambi la trentina d’anni.
Dalla parte sinistra, accanto alla parete, v’era seduta la donna, dal nome Jessica, una fanciulla di una modesta ma comunque esposta bellezza.
I lunghi capelli color rosso scarlatto le arrivavano fin sotto le spalle, mentre una frangia obliqua le nascondeva delicatamente la fronte.  Negli occhi, di un verde oliva, lampeggiava  una certa tetraggine, una certa cupezza, che si abbinava perfettamente alla borsetta di pelle nera che teneva fra le mani.

I vestiti che indossava erano tutti costosi ed accurati, soprattutto il ciondolo d’oro a forma di “J” che portava intorno al collo e il braccialetto sulla mano destra.
L’uomo accanto a lei, era seduto in modo assai inappropriato, che dalla sua posizione poteva dedursi che si trovasse in un’osteria e non in un luogo pio come quello.
Con lo sguardo trasmetteva alla donna davanti a lui un’ incontrollata quantità di strafottenza, accompagnata da una smorfia simile a un sorriso, dalla quale si potevano scorgere i bianchissimi denti.
La barba e i capelli neri contrastavano con il colore chiaro degli occhi dell’individuo, mentre nella mano giocherellava oziosamente con il portachiavi della macchina, non badando neppure al discorso che si stava sviluppando velocemente intorno a lui.
-         Ecco, vede, quindici anni fa ero venuta qui e avevo…-
-         Mi spiace signora, sono passati più di quindici anni, anche se ci fossero stati dei documenti, sono probabilmente stati perduti.-
-         Lei non mi segue, madre. Di documenti non ce ne sono stati, perché ho lasciato la bambina… -
-         Io capisco cosa mi sta spiegando, ma…-
-         Lei può o non può aiutarci?- interruppe bruscamente l’uomo, che fino ad allora s’era tenuto a parte dalla discussione.
-         Max!- lo zittì la donna.
-         Io… vedrò cosa potrò fare.- concluse l’anziana, non tanto convinta delle parole che stava pronunciando.
La coppia si alzò, diretta verso l’uscio.
Penelope, non appena udì i passi dei due coniugi, fece due passi svelti e si allontanò dalla porta il più veloce possibile.
Qualcosa non la convinceva riguardo a quelle due persone e al loro quasi aggressivo  dibattito . Doveva scoprirlo al più presto, anche se era consapevole che ciò avrebbe portato enormi sacrifici.


venerdì 1 febbraio 2013

5° CAPITOLO: PENELOPE, IL RAGAZZO DAL VOLTO RIGATO DI LACRIME


“Ne vale la pena vivere, piangendosi addosso?”
27 settembre
Caro diario,
negli ultimi giorni mi sento… benissimo direi. Nemmeno Lui aveva potuto rovinare quest’umore. Ho un occhio nero e blu, ma se dovessi essere sincera, ho una maglia che si abbina a questo colore: questo spiega che non è riuscito a uccidere quel poco di positivismo che si nasconde nel profondo della mia anima, se già ne ho una.
In un certo senso, quell’angoscia che provo non appena si intrufola nella mia stanza, e il dolore che ne segue, (te ne sei già avveduto del modo), mi aiuta a farmi comprendere che, in effetti, sono viva.
Se c’è una cosa per cui ringrazio Stephen, è proprio questa. Se lui non avesse iniziato a farmi del male, probabilmente avrei iniziato a farlo da sola da un bel pezzo. Sentirmi viva, di nuovo, facendo dei tagli orizzontali sul braccio sinistro e poi su quello destro, facendo sparire tutto quello che si nasconde dentro di me, tutto quello negativo, che inizia a mangiarsi lentamente, all’inizio solo il mio cuore, e poi il resto dei miei organi interni.
Ho un nuovo amico, il mio primo amico. Si chiama Matthew, letteralmente “il dono di Dio”.
Non so se potrei definire il nostro “rapporto” una vera e propria amicizia, dal momento che lo conosco da una settimana scarsa, ma con lui mi sento bene. È l’unico che mi è stato accanto in questi giorni,  per la verità è l’unico che mi è stato accanto in generale.
 Amo i suoi occhi, che cambiano a seconda della luce: a volte sono blu scuro, a volte verde oliva, a volte grigi. Sembrano gli occhi di un angelo sceso dal cielo.
Se dovessimo evitare questa pateticità, come direbbe Stephen, ho sempre amato guardare la gente negli occhi, di sovente non riuscendoci. Non è così facile affrontare lo sguardo di qualcuno, sottometterti a quello che prova, che pensa, a quello che lo sguardo in sé riesce a trasmetterti. Poiché, ogni sguardo è diverso, ma di certo è il modo di comunicare più onesto e sincero, migliore di tutte le parole che potresti trovare. Il suo incute una certa pace, che inizia a divorare il male che si nasconde dentro di te, facendoti diventare felice all’improvviso.
Ho raccontato a mamma di Matt, della nostra amicizia, dei suoi occhi. Ha sorriso, un sorriso  innocente, vero, che agli estranei potrebbe sembrare soltanto come una piega della bocca, ma non è così. Vedi, caro diario, lei non sorride spesso: farei fatica a ricordarmi quand’era l’ultima volta che l’ha fatto.
Mi domando quando sarà la prossima volta che la vedrò sorridere e se lo farà mai di nuovo.
Tuttavia, penso che tutte queste previsioni e domande sul futuro siano piuttosto inutili: ti illudono completamente, ed è un modo più lento di autodistruggersi.
Bisogna vivere oggi, imparando dagli errori commessi ieri e non preoccuparsi per domani.
E io, insomma, io oggi potrei essere definita soddisfatta, se non felice. Anche se ho paura che anche la felicità sia un inganno, che corroda il cuore e faccia perdere la mente, che crei una forte dipendenza e che poi ti lasci senza un briciolo di speranza.
Ma se è questo che comporta la felicità, ne vale la pena vivere piangendosi addosso?
È il dilemma che mi tortura quest’oggi, del quale non penso esista una risposta concreta: ognuno di noi può interpretarla come vuole, ma essa avrà sempre un pizzico di male o bene.
Con questo ti saluto, caro diario, lasciando anche te nel dubbio di scoprire i segreti della vita.


sabato 26 gennaio 2013

4° CAPITOLO: PENELOPE, LA RAGAZZA DAL VOLTO RIGATO DI LACRIME

NB: TROVATE I CAPITOLI PRECEDENTI NELL'ALBUM "POST 2012"


“Come l’ultima foglia verde sugli alberi in autunno”

Era un giorno di fine settembre e tutte le strade erano in fiamme. 
Per Matthew facevano un effetto strano … dove viveva prima, gli alberi erano quasi sempre verdi, e successivamente marroni, quando perdevano le foglie.
Lì, però, gli alberi si trasformavano completamente: oro, ruggine e rosso scarlatto e verde sbiadito.  Gli piacevano un sacco. Il suo senso di sicurezza era strettamente ancorato alla bellezza di ciò che vedeva, senza soffermarsi troppo sui dettagli. Se quello spettacolo, da una parte, lo attirava enormemente, dall’altra, però, lo inquietava parecchio.  
Quelle foglie, così moribonde, sembravano anche cavarsela abbastanza bene! Improvvisamente gli cadde lo sguardo su un tronco, apparentemente non troppo anziano, che aveva un’unica fogliolina verde che sventolava sulla cima, desiderosa di cadere ed essere come tutte le altre, non accorgendosi della sua posizione. Come, d’altronde, proprio lui. 
Le foglie d’autunno, tuttavia, sono come i ricordi nella vita. Qualcosa che si è concluso e che va a far parte del passato. Le foglie lasciano un ricordo, un’emozione che non si può far rivivere. E Matthew disprezzava con tutte le forze i ricordi e il passato. Era un disprezzo inveterato e represso, ma allo stesso tempo impossibile da ignorare.
Se c’era qualcosa che lo rasserenava, era che i ricordi, come le foglie autunnali, lasciano il posto a quello che deve ancora nascere, come è giusto che sia.
Camminava quel pomeriggio accanto a Penelope, intento a mostrarle la via verso la sua umile dimora.
La brezza di fine settembre soffiava lentamente, portando quel poco di frescura  di cui si necessitava tanto nei mesi estivi ormai passati. Il venticello si muoveva così soavemente e leggermente, che sembrava accarezzare i due ragazzi che camminavano a passo non tanto veloce.
Stavano chiacchierando, appunto, della bellezza dell’autunno, ma anche della malinconia che esso è capace di portare.

-         Ecco, questa è la mia nuova casa. – disse Matthew con un certo entusiasmo, fermandosi davanti a un edificio di abbastanza grande.
Penelope, che non aveva badato alla strada che stavano percorrendo, alzando lo sguardo, sorrise.
-         Io abito in fondo. – esclamò.
Il suo nuovo amico, il quale non si era ancora abituato al suo modo di essere così taciturno, impiegò un po’ di tempo a comprendere ciò che la ragazza era intenzionata a spiegargli.
-         La casa bianca in fondo. Quella vicina alla gialla.- continuò, indicandogli l’abitazione con l’indice della mano sinistra.
-         Caspita, potrebbe essere il segno del destino questo!-
Penelope non reagì. Era già in ritardo: suo padre sarebbe potuto tornare a casa da un momento all’altro e vedendola chiacchierare tranquillamente con un ragazzo, avrebbe potuto fraintendere e lei sarebbe finita in brutti guai. Non poteva nemmeno immaginare cosa le avrebbe fatto.
Un padre qualsiasi, al massimo, l’avrebbe presa un po’ in giro, ma Stephen non era un tipico genitore. Anzi no, lui non era proprio un padre, tantomeno una persona normale: lui era una bestia, che amava veder soffrire le persone che, in una certa maniera, tenevano a lui.
Lui era l’inizio e la fine della tragedia.
Così, facendo un cenno, la ragazza si allontanò a passo determinato, mentre il suo nuovo amico le faceva il segno di saluto con la mano.


mercoledì 16 gennaio 2013

OGNI TANTO MI CIMENTO ANCHE IO!!!


MA BEN RITROVATI MIEI CARI LETTORI, SPERO DI ESSERVI MANCATI ALMENO QUANTO SIETE MANCATI A ME (MA DAI NON DICIAMOCI BUGIE). VOGLIO INNANZITUTTO RINGRAZIARVI Perché CON L'ULTIMO POST ABBIAMO TOCCATO LE 200 VISUALIZZAZIONI DEL BLOG E Ciò SIGNIFICA CHE QUELLO CHE SCRIVO è DI VOSTRO GRADIMENTO. ALCUNI DI VOI MI HANNO SCRITTO IN PRIVATO DICENDO PERCHè NON POSTASSI ANCHE SEGNALAZIONI SU PERSONE CONOSCIUTE MAGARI CON DIMINUTIVI MA SICCOME NON FARò NULLA SENZA IL VOSTRO PERMESSO SARETE VOI STESSI A DIRMI SE QUESTA COSA PUò INTERESSARVI, OVVIAMENTE SEMPRE NEL MASSIMO DEL RISPETTO E LIBERTà ALTRUI VISTO CHE NON SONO UNA BLOGGER USCITA DA UN TELEFILM. DETTO QUESTO OGGI VOGLIO PROPORVI ALCUNE FOTO SCATTATE DA ME E DI CUI VADO PARTICOLARMENTE ORGOGLIOSA. NON VI DIRò A CHE LUOGO APPARTENGONO Nè VI DARò INDIZI MA LASCERò CHE LA FANTASIA VI ATTRAGGA IN OGNI VOSTRA PICCOLA CELLULA. SAPETE ORMAI QUANTO AMI L'ARTE IN TUTTE LE SUE SFACCETTATURE E QUANTO IO AMI CONDIVIDERE TUTTO CIò CHE MI SUCCEDE CON VOI, PER QUESTO HO DECISO DI RENDERVI ANCORA UNA VOLTA PARTECIPI. QUESTE FOTO SONO STATE SCATTATE TRA LA FINE DI DICEMBRE E GLI INIZI DI GENNAIO MA LO SFONDO è SEMPRE LO STESSO. NON SO CHE SIGNIFICHI PER VOI LA FOTOGRAFIA (MA LO VOGLIO SAPERE), MA VI DIRò COSA è PER ME. IMMAGINATE DI POTER FERMARE IL TEMPO A VOSTRO PIACIMENTO PER UN SOLO ATTIMO E DI POTERLO RIVIVERE OGNI VOLTA CHE LO DESIDERATE. LA FOTOGRAFIA PER ME è QUESTO. POTER IMPRIMERE QUEL SOLO ATTIMO COME FOSSE UN TATUAGGIO E ANDARE A RIGUARDARLO OGNI VOLTA CHE VOGLIO IN MODO CHE LA MIA MENTE VAGHI SENZA META ALLA RICERCA DI QUEL RICORDO CHE HA SIGNIFICATO QUALCOSA NELLA MIA VITA. OK FORSE SONO TROPPO POETICA, MA NON PENSATE CHE LA FOTO NON SIA UN SEMPLICE DISEGNO SU UN PEZZO DI CARTA MA UNA PARTE DI NOI STESSI? CI RIPORTERANNO ALLA MENTE RICORDI VECCHI E RECENTI, BELLI E ANCHE BRUTTI, FELICI MA ANCHE DOLOROSI. IN QUALUNQUE MODO VOGLIATE VEDERLO SEMPRE DI RICORDI SI TRATTERà. PERCIò SAPETE CHE VI DICO MIEI CARI BLOGGINI? PRENDETE UN CELLULARE, UNA FOTOCAMERA, QUALSIASI COSA E FOTOGRAFATE OGNI ISTANTE, OGNI BACIO, OGNI ABBRACCIO, OGNI FESTA E OGNI MOMENTO PASSATO CON CHI AMATE O ODIATE, FOTOGRAFATE LUOGHI E PAESAGGI, ANCHE UN OGGETTO STUPIDO SE VI CAPITA, NON METTETE MAI FRENO ALLA CURIOSITà E ALL'ARTE...FORSE SARANNO PERSONE COME NOI CHE UN GIORNO CAMBIERANNO QUESTA REALTà. LA PENSIATE COME ME O NO NON IMPORTA, ANZI IMPORTA SE AVETE VOGLIA DI DIRLO. COME SEMPRE VI AUGURO BUONANOTTE.
XO XO LADY M

PS. VI ALLEGO ALTRE FOTO DA ME SCATTATE!!!



















domenica 13 gennaio 2013

Avvistati pensieri politici!!!

 Buonasera miei carissimi bloggini, in Italia si respira aria di elezioni, e che aria pessima aggiungerei!!! Non sentiamo parlare d'altro, tutto intorno a noi riguarda solo politica, politica e ancora politica. Ma essendo interessata a tutto ciò che mi circonda e avendo continuamente fama di conoscenza sia mia che vostra ho deciso di creare un piccolo spazio per dare libero sfogo alle vostre opinioni al riguardo. Per questa volta tralascerò la mia cercando di rimanere fuori dalla vostra cerchia, sapete non sono molto brava quando si tratta di autocontrollo!! Ma non
badiamo a queste frivolezze e concentriamoci dal principio cercando di tornare un poco indietro. Berlusconi in piena crisi abbandona il trono lasciandoci nelle mani di Monti, definito da Francesco storace ( leader de La destra) un criminale che dovrebbe essere arrestato per tradimento alla nazione in quanto ha asservito questo paese alle banche e ha consegnato l'Italia nelle mani di una potenza quale la Germania. Detto ciò, con un minimo di intuito, capiremo bene che certe manovre fatte dal sottoscritto sono state inevitabili ( a detta loro), ma se andiamo a pensarci bene come mai il nostro cavaliere ad un certo punto decide di lasciare il suo trono per il bene dell'Italia e quando questa si trova con il posteriore a terra ( quanto mi sento delicata quest oggi) afferma di voler tornare dal suo amato popolo per il bene dell'Italia ( non dico che non si può cambiare idea ma la coerenza non sembra essere una sua prerogativa :-)????? Non avrà forse fatto il furbetto perchè sapeva che se certe manovre inevitabili fossero partite da lui nessuno gli avrebbe dato più fiducia e quindi ha pensato bene di mettere un Mario monti come pasto del popolo per poi tornare lui, il nostro salvatore? Mah..libera interpretazione!!! Comunque queste manovre ci buttano ancora più in basso ( c'è solo da scavare ormai), la crisi ci percuote, l'imu diventa il peggior incubo degli italiani e le elezioni tornano a riecheggiare nell'aria. Silvio si ricandida, Monti si ricandida e Bersani si candida pure lui. Ora abbiamo tre uomini diversi, il primo che conosciamo molto bene perciò non aggiungerei altro; il secondo pure; il terzo ancora non ha avuto la possibilità di farsi valere e di mostrarci cosa sa fare. Per quanto riguarda l'imu, che è la cosa che più ha fatto infuriare il popolo ( fosse solo quello) i tre uomini hanno espresso tre modi per regolare i conti:
Silvio Berlusconi intende abolire del tutto la tassa sulla prima casa (ha dovuto pagare 300.000 euro, sarà per quello???) e quel vuoto dello Stato che si creerà con questa abolizione sarà riempito dall'aumento delle tasse su sigarette e alcolici ( amici fumatori preparatevi...alla guerra);
Mario monti, che l'imu l'ha introdotto ha intenzione non di toglierla ma bensì di migliorarla, attuando una maggiore destinazione ai comuni dei proventi dell'imposta (sui 24 miliardi raccolti con l'imu 14 vanno ai comuni);
Pierluigi Bersani vuole esentare tutti dal pagamento dell'imu sulla prima casa fino ai 500 euro salvando quasi il 50% della popolazione. Per coprire il buco dello Stato, egli intende aumentare le aliquote per le prime abitazioni dal valore catastale superiore a 1,5 milioni e riformare il catasto lasciando il compito di decidere a chi e quanto devono pagare ai sindaci.

Voglio lasciarvi vari link di blog che ho trovato e che spiega bene ciò che Berlusconi e Bersani presenteranno in modo che possiate farvi un'idea: 

Proposte di Silvio Berlusconi
http://www.polisblog.it/post/12113/oggi-berlusconi-va-a-bruxelles-ecco-le-proposte-del-governo

Proposte di Bersani
http://www.ilpost.it/2012/06/08/relazione-bersani-direzione-nazionale-pd/

Una cosa è certa, su chiunque cadrà la scelta di chi di votare e sostenere dovrà essere fatto sotto un buono studio di ogni programma e dalla scelta di quello che più si avvicina al vostro di pensiero, perchè solo e soltanto il vostro pensiero è quello che davvero conta, o almeno per me. Spero di non avervi annoiato troppo ma anche questa è informazione, e io amo arricchire il mio pubblico!!!

Dolce notte,
Xo xo Lady M.

mercoledì 9 gennaio 2013

La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati.


"CI SONO CRIMINI PEGGIORI DEL BRUCIARE LIBRI. UNO DI QUESTI è NON LEGGERLI"; così diceva il grande Joseph Brodsky e mai nulla è stato più vero. Buonasera miei cari lettori, se siete amanti della lettura almeno un quarto di come lo sono sempre stata io siete nel post giusto al momento giusto perchè proprio ora voglio parlarvi di ciò che la lettura è per me. Non so se riuscirò ad entrare nelle vostre menti, non so nemmeno se ci sono mai riuscita dall'apertura di questo blog. Ma io scrivo per me, per dare sfogo a ciò che sono e ciò che penso e per cercare di arrivare a tutti voi con questi strumenti. A 5 anni mia sorella mi regalò un libro intitolato "Il piccolo principe". Avevo appena imparato a leggere e quel libro doveva essere un modo semplice per esercitarmi. Ancora oggi, dopo tanti anni, mia sorella non sa che quel libro mi salvò la vita. Dopo una sola lettura ero assetata di sapere, di conoscenza, di leggere e fantasticare allo stesso tempo senza tregua. I bambini alla mia età giocavano con le barbie e fuori in cortile ma io no...io trovavo sempre il tempo per una buona lettura!!! La mia passione per questa meravigliose arte è nata così, mentre col ditino seguivo riga per riga e parlavo a voce alta, mentre la mia mente vagava in un mondo proprio in cui le parole prendevano forma e vita, diventando personaggi, luoghi, emozioni. I genitori spendevano i soldi per videogiochi e lelly kelly, io avevo una marea di libri, mi sentivo come "Matilda sei mitica", ve la ricordate? Bramosa di sapere e apprendere l'arte dello scrivere. Negli anni composi poesie di vario tipo ma è solo crescendo che ho capito cosa davvero mi piaceva fare: scrivere, che fosse un libro o una pagina di un diario, un articolo o un semplice blog. Mi sono appassionata al grande maestro dell'horror Stephen king che era ed è tutt'ora il mio scrittore preferito e di cui tengo una grande collezione a casa non ancora terminata. Non ho più guardato film senza prima averne letto il libro, per poi puntualmente criticare la pellicola che non era per niente come il film che io avevo girato nella mia testa. Cos'è leggere per me? Bella domanda. è sentirsi in compagnia anche quando si è completamente soli. è sognare anche quando la vita ti ha distrutto tutti i sogni in cui credevi. è non morire anche quando si è a terra e non si ha il coraggio di rialzarsi. Per me leggere è vita, una vita parallela che ho costruito da sempre e che mi protegge e mi culla quando tutto intorno a me sembra andare da schifo. Mi asciuga le lacrime come farebbe un amico. Leggere mi fa dimenticare chi sono e dove mi trovo e mi fa immaginare chi vorrei essere e dove vorrei trovarmi. Leggere è permettersi di viaggiare senza aprire il portafoglio, è volare senza avere le ali, è correre senza avere il fiato per farlo. Non so se la risposta possa soddisfarvi ma non riesco davvero ad esprimermi meglio di così. Ora avrete anche capito il perchè di questo blog che io considero tanto importante sia che sia seguito o meno. Non importa di cosa parlo, non importa che l'argomento sia un telefilm, un'arte o un pettegolezzo su qualcuno di noi..per me l'importante è scrivere e farlo sempre. E per voi leggere cosa significa? 
Con questa domanda vi auguro una bellissima notte.

Xo xo, Lady M.

martedì 8 gennaio 2013

ULTIMO 4, L'OCCHIO DEL FALCO!!!


Miei cari lettori e lettrici, come promesso non ho aspettato tanto per pubblicare un nuovo post, è che quando mi concentro a pensare certe cose mi viene subito voglia di condividerle con qualcuno. Lo ammetto, questa volta non è gossip girl che mi ha ispirata, anche se devo svelarvi un segreto: lo sto riguardando su La5 dalla prima serie. Che ci volete fare, quando una è fanatica. Comunque torniamo a noi. L''ispirazione mi è stata data guardando questa mini serie dedicata al grande colonnello Ultimo, interpretato dal meraviglioso e bravissimo Raoul Bova. Premetto che a questo grande attore spetta almeno un 10 non solo come interpretazione ma per come è riuscito ad entrare talmente bene nella parte da farmi quasi credere di assistere ad una scena che sembrava accadere nello stesso istante in cui guardavo. Come se fosse davvero lui Ultimo. Detto questo, il sottotitolo "l'occhio del falco" non indica solo la costante presenza del falco nel telefilm che, come avrete visto, è spesso d'aiuto, ma anche la profonda stima e solidarietà che Ultimo provava nei confronti di Giovanni Falcone, altro grande uomo ucciso dalla mafia. Oltre ad essere stato seguito da milioni di telespettatori non dobbiamo dimenticare che tutto il telefilm è stato tratto dalla vera storia del mitico colonnello che il 15 gennaio 1993 mise materialmente le manette a Totò Riina. Per questo in questo post vorrei parlarvi brevemente di lui, Sergio de Caprio, augurandomi di non annoiarvi con un argomento così serio che reputo importantissimo. La mafia non è stata ancora distrutta, ma se il problema è stato rilevato come tale è grazie a uomini come Ultimo, Falcone e Borsellino, uomini che hanno sacrificato tutto per difendere il loro paese, gli ultimi due nominati anche la loro stessa vita. Sergio de Caprio, in codice Ultimo, è nato nel 1963 ed è tuttora un carabiniere italiano. Dopo aver vinto il concorso entra a far parte del Raggruppamento operativo speciale chiamato Ros, e qui fonda il Crimor ( Unità militare combattente), scegliendo nella sua squadra carabinieri che non avevano una particolare importanza e che erano quindi poco considerati.  Come già detto, è famoso per aver messo le manette nel 1993 a Toto Riina, grande boss della mafia tuttora in vita e recluso nel carcere di Milano. Indagato per contratti con la mafia a causa del ritardo nella perquisizione del covo, Ultimo fu prosciolto insieme al colonnello Mario Mori in quanto il fatto non costituiva reato. Nel 2009 gli è stata tolta la scorta che ha potuto riavere solo nel 2010 e che rimarrà a vita in quanto la mafia è sempre in allerta. Nel 2000 chiese il trasferimento ed entrò a far parte del "Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente", un incarico che riveste ancora oggi. A Roma, insieme proprio a Raoul Bova, ha aperto una casa famiglia che porta il suo nome per ospitare tutti i ragazzi disagiati o figli di famiglie segnate dal crimine. Voglio riportarvi una citazione di questo grande uomo che ho trovato sul web e che mi è piaciuta tanto. Credo faccia riflettere.

« Mi sono chiamato ultimo quando ho capito che tutti volevano essere primi, volevano fare bella figura, volevano vincere, volevano farsi belli con i capi, volevano fare carriera con la K, e siccome a me non me ne frega proprio niente, dico a me ma anche a tanti altri carabinieri, il nostro onore e la nostra gloria maggiore è lavorare per la gente povera e basta, e nel momento in cui lo facciamo perché vogliamo qualcosa in cambio siamo porci traditori. Mio padre comandava la stazione dei Carabinieri in un piccolissimo paese della Toscana... la domenica ci portava me, mia sorella e mia mamma, in un podere vicino in campagna, dove passavamo il tempo con una famiglia che aveva una figlia sordo-muta, e io non capivo che in quel momento quella era la legalità, e non capivo perché lui ci portava lì, e poi l'ho capito, ci portava lì perché era quella l'umanità per cui valeva la pena combattere, la bandiera, LA PATRIA. E tu poi per quella gente combatti, perché non hai più limiti, ti identifichi in loro, quindi diventi carabiniere perché vuoi difendere quella gente lì. Porto il guanto dei mendicanti, dei lavavetri che sono nostri fratelli, e così non mi dimentico di essere anche io mendicante, l'ingiustizia che fanno quando umiliano i "vu cumbrà" o il lavavetri al semaforo, umiliano anche te e me e dunque non deve accadere, la devi vivere come un'ingiustizia fatta a te, ecco allora sei un carabiniere, se no sei un professionista mercenario, la lotta è del popolo e deve rimanere al popolo...»

Con questo voglio salutarvi e augurarvi una serena

 notte.

Xo xo, Lady M.